I pagamenti Account-to-Account (A2A) possono rivoluzionare il panorama dei pagamenti digitali in Italia, ma per incentivarne l’adozione è necessario approfondire e comprendere le attuali barriere culturali e tecnologiche, fare un confronto con i casi virtuosi all’estero e analizzare il ruolo delle soluzioni innovative esistenti (come FlowPay).
Il contesto italiano dei pagamenti digitali
Nel panorama italiano dei pagamenti digitali, i pagamenti Account-to-Account (A2A) rappresentano una soluzione promettente ma ancora sottoutilizzata. Mentre l’uso delle carte di credito e del contante rimane prevalente, i sistemi A2A offrono una valida alternativa per semplificare le transazioni, ridurre i costi e garantire maggiore sicurezza. Tuttavia, per sbloccarne il potenziale, è necessario superare le resistenze legate all’inerzia degli utenti e alla mancanza di fiducia nei nuovi sistemi.
Preferenze di pagamento degli italiani e limiti strutturali
Le abitudini di pagamento in Italia sono fortemente radicate: le carte, ad esempio, offrono un’esperienza familiare e sono spesso associate a vantaggi concreti come cashback e programmi fedeltà. Non sorprende quindi che il passaggio agli A2A sia visto con scetticismo, specialmente in assenza di incentivi chiari. A questo si aggiunge una percezione di insicurezza: secondo recenti sondaggi, più della metà dei consumatori europei sarebbe restia a condividere i dati con terze parti.
In Italia, nonostante i segnali positivi di crescita di player come Bancomat Pay, manca ancora una strategia condivisa per l’espansione dei pagamenti Account-to-Account e molte banche utilizzano ancora sistemi obsoleti che ostacolano la fluidità della user experience. Inoltre, le imprese e i Payment Service Provider (PSP) non sempre sono incentivati ad adottare nuovi sistemi, a causa di modelli economici consolidati basati sulle commissioni delle carte.
Cosa possiamo imparare dai circuiti esteri
Guardando al contesto estero, emergono modelli di successo che possono ispirare il mercato italiano:
- nei Paesi Bassi, il sistema iDEAL ha reso i pagamenti A2A la norma negli e-commerce;
- in Polonia, BLIK ha rivoluzionato l’esperienza utente con transazioni rapide e integrate nelle app bancarie;
- in Brasile, il sistema Pix ha dimostrato come l’A2A possa diventare lo standard quando sostenuto da tecnologia intuitiva e regolamentazione favorevole.
Dai casi virtuosi degli altri paesi, possiamo comprendere che per aumentare l’adozione dei pagamenti A2A in Italia, è fondamentale agire su più fronti: migliorare l’esperienza utente attraverso app-to-app biometrico, offrire incentivi economici come cashback e integrare l’A2A nei programmi di fidelizzazione. È inoltre necessario educare i consumatori sui vantaggi dell’open banking e semplificare il processo di pagamento nei principali touchpoint digitali.
Il ruolo strategico di FlowPay
FlowPay gioca un ruolo chiave in questa trasformazione, perché come istituto di pagamento autorizzato dalla Banca d’Italia e dotato di licenze PISP e AISP, sviluppa soluzioni componibili che permettono alle imprese di ottimizzare i flussi di incasso e pagamento. Grazie a un’infrastruttura moderna e all’approccio open, FlowPay consente alle aziende italiane di integrare i pagamenti A2A in modo efficiente, contribuendo alla modernizzazione del sistema finanziario.
In conclusione, per rendere i pagamenti Account-to-Account una realtà diffusa in Italia, serve un cambio di passo tecnologico, ma anche culturale. Con il supporto di fintech innovative e un’azione coordinata tra istituzioni, banche e merchant, è possibile costruire un ecosistema digitale più equo, trasparente e orientato al futuro.