Il 1° Luglio 2022 è arrivato e vorremmo parlarti di un metodo molto semplice ed economico di gestire questo cambiamento che tutti i business si trovano a dover affrontare: l’obbligo di fornire ai propri clienti un metodo di pagamento elettronico è ormai realtà.
Le soluzioni più conosciute sono spesso troppo costose, ma se ti dicessimo che esiste un modo per adeguarsi alle nuove regole senza regalare il proprio margine ai circuiti POS?
Pagamenti elettronici, a che punto siamo?
Partiamo da qualche dato tangibile: le transazioni digitali sono arrivate a un valore di 327 miliardi nel 2021. Questo significa che sono incrementate di circa il 22% rispetto all’anno precedente e lo sappiamo grazie al rapporto dell’Osservatorio Innovative Payments degli Osservatori Digital Innovation.
Sono molti i motivi che rendono i pagamenti digitali più convenienti sia per i governi che per le banche. Per il governo infatti significa essere in grado di combattere più efficacemente l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro, mentre le banche, invece, diminuiscono i costi di gestione dei contanti e aumentano le prestazioni offerte online. Per i cittadini, inoltre, spesso significa godere di servizi anche più efficienti.
Quali sono alcuni degli ostacoli che rendono difficile la diffusione dei pagamenti digitali? Purtroppo ancora oggi esiste una grande percentuale di difficoltà per le persone anziane e per quelle in condizioni di povertà di avere accesso a uno smartphone o a una carta di credito.
Come funzionano oggi i pagamenti digitali in negozio?
Il più recente “Studio sulle abitudini di pagamento dei consumatori nell’area dell’Euro” della Banca Centrale Europea rivela che nel 2019 il contante era ancora lo strumento più utilizzato per pagare al dettaglio in presenza.
Dal 1° Luglio in Italia però è diventato realtà l’obbligo di fornire ai propri clienti la possibilità di pagare digitalmente e, si sa, il metodo più conosciuto è quello con bancomat e carte di credito. Per dovere di cronaca, negli scorsi giorni in Parlamento sono stati proposti degli emendamenti con lo scopo di eliminare o rimandare, ancora una volta, l’obbligo e le relative sanzioni.
Al momento però la normativa parla chiaro: “A decorrere dal 30 giugno 2022, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento (…) si applica nei confronti del medesimo soggetto la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento”.
Adesso molti esercenti dovranno iniziare a farsi carico dei costi che derivano dall’adottare queste tipologie di pagamenti, e per questo stanno chiedendo l’abbattimento delle commissioni e delle spese legate ai pagamenti elettronici.
Per abbassare la resistenza degli esercenti, il governo potrebbe muoversi in questa direzione, ma è necessario anche sapere che esistono già delle soluzioni innovative molto più economiche.
Transazioni open banking, i vantaggi per i negozi e gli e-commerce
Non tiriamo acqua al nostro mulino, è proprio così: le transazioni con l’open banking potrebbero risolvere molte delle problematiche appena raccontate.
Di cosa si tratta? Un semplice trasferimento di denaro da un conto a un altro (da quello del debitore a quello del creditore) nella forma di un bonifico ordinario o istantaneo, eseguibile senza dover effettivamente entrare nel proprio home banking.
In altre parole, per eseguire un pagamento, non si dovrà prendere i dati del beneficiario, inserirli nel proprio homebanking insieme all’IBAN e all’importo da corrispondere. Sarà sufficiente cliccare sul paylink e seguire la procedura di sicurezza della propria banca chiamata SCA (Strong Customer Authentication), che nella maggior parte dei casi corrisponde all’inserimento delle proprie credenziali e all’inserimento di un codice OTP (One Time Password) ricevuto via SMS o come notifica sull’app della banca.
Descriviamo la situazione ideale: la transazione potrebbe risolversi ancora più velocemente se l’esercente potesse inviare un paylink al proprio cliente direttamente sul suo telefono (per SMS, Whatsapp o email) e attendere l’esito del bonifico istantaneo in tempo reale.
Verrebbe così replicata l’efficienza dell’esperienza di pagamento con carta, senza bisogno di tessere, senza contatto e soprattutto evitando le commissioni proibitive.
Per gli esercenti potrebbe significare costi bassi e per i consumatori maggiore controllo delle proprie finanze. Seppur già possibile, ci sono ancora alcuni ostacoli che separano gli esercenti dalla situazione ideale in cui sarà possibile affidarsi totalmente a questa soluzione.
Perché? Ecco alcune delle ragioni:
- il costo del bonifico. Molte banche hanno azzerato i costi per i bonifici ordinari (non tutte), ma ancora moltissime richiedono una commissione molto alta per i bonifici istantanei.
- difficoltà nell’eseguire bonifici istantanei. Alcune banche non si sono ancora adeguate totalmente alla nuova normativa europea per i pagamenti elettronici, e non forniscono alle terze parti (come FlowPay) i dati per poter inizializzare bonifici istantanei.
Chiaro è che, in negozio, nei pagamenti al dettaglio con i consumatori finali, l’esercente preferisca avere subito la prova che la transazione sia avvenuta, prima che il cliente lasci il negozio.
Facciamo quindi un appello a EBA, e vi chiediamo di unirvi a noi, per chiedere alle banche e a tutti gli istituti finanziari di favorire un cambio di paradigma sui trasferimenti di denaro, rendendo competitivi i bonifici, anche quelli istantanei. In questo modo, il nostro sogno di rendere accessibili per tutti gli esercenti gli incassi via paylink tramite open banking sarebbe possibile e noi potremmo impegnarci anima e cuore per diffonderli.
Il tutto sapendo di offrire un servizio davvero efficiente ed estremamente economico per tutte le parti in causa.